Daniele La Micela

Diacono Permanente

Ciao a tutti carissimi parrocchiani di San Giovanni Evangelista.
Sono Daniele La Micela, dal 1990 sono un diacono permanente della Chiesa che è in Verona e da febbraio il Vescovo mi ha mandato a servire questa porzione del Popolo di Dio che è la vostra, anzi la nostra parrocchia. Perché nostra? Perché dal 1960 al 1979 abitavo in fondo a Via Valeggio al numero 65 proprio in fianco alla centrale elettrica. Nel 1979 vi ho lasciati per andare a Dossobuono dove ho sposato Lina e dal nostro matrimonio sono nati tre figli (Selene, Sofia e Raffaele) che ci hanno regalato cinque nipoti. Nel 1990, il 10 ottobre, sono stato ordinato diacono dal Vescovo Giuseppe Amari e per quattro anni ho servito la Comunità di Dossobuono. Poi dal 1994 al 2009 sono stato a Rizza, quindi un anno a Rivoli V.se e infine a Madonna del Popolo in Villafranca. Ora, a 63 anni, eccomi qua con voi. Non sono più un giovanotto, ma mi

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considero “diversamente giovane”. Il mio è “un ritorno a casa”. Qui ho vissuto la mia infanzia e la mia gioventù e la nostra Chiesa Parrocchiale l’ho vista costruire. Come bambino del 1956 insieme ai miei compagni e compagne di nascita siamo stati i primi a celebrare la nostra prima Messa di Comunione nella nuova Chiesa. Con qualche amico e amica che ancora abitano qui e con i quali ancora ci si vede, sono stato parte attiva di questa comunità guidata da don Luciano, che mivoleva un bene dell’anima (anche se ero un po’ birbante). Avremo però sicuramente modo di riconoscerci e riattivare amicizie perdute per tanti motivi. In breve vorrei solo descrivere la figura del diacono permanente, che non è diversa se non in un solo aspetto a chi diventa diacono per il sacerdozio. Innanzitutto il diacono permanente è un ministro ordinato e quindi fa parte del clero ma che vive nella condizione in cui si trova al momento dell’ordinazione. Mi spiego meglio. Con il Concilio Vaticano II si è inaugurata una nuova era, che a dir il vero era già presente nei primi secoli di fondazione della Chiesa (Atti 6:1-7) e che cioè possono accedere a questo ministero anche uomini sposati. Il diacono permanente deve il suo nome al vocabolo “diaconia” che significa servizio. Il diaconato “permanente”, ossia non finalizzato al sacerdozio, è un ministero «della porta» in quanto chi lo svolge è chiamato a stare fra il mondo e il sacro. Ecco perché nella Chiesa “in uscita”, (espressione cara a Papa Francesco), il diacono può giocare un ruolo chiave di collegamento. Il suo compito principale è quello di proclamare il Vangelo durante le Liturgie. Noi diaconi siamo quindi tenuti all’annuncio e l’identità diaconale ci lega strettamente all’evangelizzazione. Poi c’è il compito di “santificare”: il diacono, in forza del Sacramento dell’Ordine, amministra il Battesimo, distribuisce la Comunione come ministro ordinario, benedice il Matrimonio, presiede le esequie. Inoltre il diacono è un «dispensatore della carità», come lo definiscono i vescovi italiani. Fondamentale è anche lo stretto legame che hanno con il Vescovo. Nel rito di ordinazione episcopale il Vangelo è posto sulla testa del Vescovo, mentre nel rito di ordinazione diaconale è consegnato soltanto nelle mani. Ciò significa che il diacono deve portare la Parola fra la gente seguendo il Magistero della Chiesa. Vi chiederete: qual è il servizio specifico che mi è stato affidato e che avrò la vitalità di portare avanti solo con il vostro Un diacono permanente a San Giovanni Evangelista aiuto e la vostra preghiera? In comunione stretta con il parroco don Antonio e con le persone che già si prestano a questa attività, cercherò di animare la Carità nel nostro quartiere a 360°. Il mio servire non si dovrà limitare a quelli che noi chiamiamo cristiani praticanti o osservanti (quelli del nostro giro), ma anche a quei figli di Dio che stanno alla “soglia”. Questo avverrà in maniera graduale nel tempo e senza la smania di strafare o di arrivare al traguardo velocemente con il rischio di commettere degli sbagli, ma tutto sarà pensato, condiviso e programmato con le varie realtà di volontariato già esistenti, primo fra tutti con l’organismo che presiede all’animazione della parrocchia e cioè il Consiglio pastorale. Poi c’è l’altro aspetto al quale è chiamato il diacono e che è, passatemi l’espressione, “il più visibile” e cioè quello liturgico. Quello della Messa domenicale, dell’Eucaristia, che è fonte e vertice della vita cristiana, da dove si attinge energia e forza per vivere secondo lo spirito del Vangelo. Ecco care amiche e amici: mi fermo qua per non entrare a far parte di quella categoria di persone che predicano bene e razzolano male. Quindi da ora e in avanti ci troveremo insieme per dare testimonianza della nostra Fede, animati dalla Speranza e esercitata nella Carità che è la più grande tra le Virtù Teologali. La Pasqua del Signore si avvicina: auguro a tutti, in particolare là dove si fa esperienza di Croce nella sofferenza, un buon cammino verso la luce del Cristo Risorto.

Che il Signore vi benedica.
diacono Daniele